Ciao, mi chiamo Michelangelo Merisi, ma tutti per tutta la vita mi hanno sempre chiamato solo Caravaggio, che è il nome della città dove ho vissuto. Sono diventato un famoso pittore perché ero molto bravo a dipingere. Ho passato la mia vita a Roma e poi a Napoli. A Roma ho realizzato le mie opere più importanti. A Roma ho anche ucciso un uomo. Per questo sono stato condannato alla decapitazione ma sono riuscito a fuggire a Napoli. Dopo qualche anno il Papa ha deciso di concedermi la grazie. Ho deciso quindi di tornare a Roma ma durante il viaggio mi sono ammalato e sono morto.
Sono nato a Milano nel 1571 ma a causa della peste io e la mia famiglia ci siamo trasferiti a Caravaggio. La peste ha ucciso mio padre, mio nonno e mio zio. A tredici anni mia mamma mi ha mandato a lavorare nella bottega dell’artista Simone Paterno per imparare a dipingere. Ho lavorato con Simone per 4 anni e poi sono partito per Roma.
A Roma, per vivere, ho cominciato a dipingere e a vendere alcuni dei miei quadri. Mi sono ammalato e mi hanno ricoverato in un ospedale. Quando sono uscito ho incontrato il cardinale del Monte che ha apprezzato molto le mie pitture e mi ha fatto entrare nel mondo della nobiltà romana.
Con l’aiuto del Cardinale del Monte, nel 1599 ho ricevuto la mia prima commissione pubblica. Nella chiesa di San Luigi dei Francesi ho realizzato due grandi quadri tratti dalla vita di San Matteo: la Vocazione e il Martirio. Per realizzare questi due quadri ho impiegato meno di un anno.
Con le opere realizzate a San Luigi dei Francesi è iniziato il mio successo. A Santa Maria del Popolo ho dipinto la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo. Ne 1602 sono tornato nella chiesa di San Luigi dei Francesi e ho dipinto un terzo quadro: San Matteo e l’Angelo.
Nella mia vita sono stato sempre un tipo che si arrabbiava facilmente, un po ' violento. Per questo motivo sono stato spesso in prigione. Quando c’era una rissa non mi tiravo mai indietro. Nel 1606 a Roma a causa di una donna ho ucciso un uomo. Sono stato condannato alla decapitazione. Chiunque mi incontrava per strada poteva uccidermi tagliandomi la testa. Il principe Filippo mi ha aiutato a fuggire da Roma. Sono arrivato a Napoli e ho vissuto in questa città per quattro anni. Durante questo periodo ho dipinto molti quadri. In seguito sono stato anche a Malta e in Sicilia e poi sono tornato a Napoli. A Napoli ho saputo che il Papa mi aveva concesso la grazia e quindi ho deciso di imbarcarmi per tornare a Roma. Durante il viaggio mi sono ammalato e sono morto. Era il 1606. Avevo solo 38 anni.